Arto inferiore

Il nostro laboratorio di ricerca vede il piede non come evento morboso localizzato, ma sempre inserito nella sindrome posturale più complessa con molta attenzione delle ripercussioni sovra segmentarie della postura associato alla tale affezione. Il piede viene definito come un organo di senso, moto, propriocettivo, cibernetico con micro e macro movimenti espressi in diverse angolazioni nel piano traverso( spirale) oragano perpetuo filogenesi ontomorfogenesi omeostasi, substrato geometrico con enorme complessità (48 gradi di movimento sul piano traversale, 42 gradi sul piano frontale e 16 gradi sul piano saggitale, collegati con 48 muscoli).

Nel analisi del macromovimento in bio meccanica possiamo constatare che:Dall' 1% al 25% della fase portante del passo il calcagno everte, il sustentaculum tali si abbassa, l'astragalo adduce, avanza e flette plantarmente sino a protudere nel cotile pedis ( fase di rilasciamento).

Dal 26% al 68% della fase portante del passo il calcagno va in inversione, il sustetaculum tali risale, l'astragallo deadduce, prona e arretra sino ad andare a disporsi sulla grande apofisi del calcagno: si realizza così un avvitamento reciproco astraalo-calcaneare ad una verticalizzazione del retro piede ( fase di irrigidimento) .

Questa seconda fase che conduce ad un irrigidimento del segmento podalico riassume in breve tutto il micromovimento della ontomorfogenesi.

Nel corso della ontomorfogenesi il collo dell' astragalo progressivamente deadduce, prona e si accorcia rispetto al corpo dell' osso, confermandoci che la struttura può essere intesa come una fossilizzazione del movimento. Inerentemente alla problematica della sindrome pronatoria, possiamo constatare come, sulla base di un difetto evolutivo dell' apparato flessore plantare, momento patogenico del valgismo calcanare, può sovrapporsi anche un arresto evolutivo della morfogenesi astralica (astragalo più lungo, adotto e supinato con tendenza a protudere) che porterà ad un quadro di piede valgo.

Se sul medesimo difetto di ontomorfogenesi dell' apparato flessore plantare si sovrapporrà un eccesso di morfogenesi astragalica (astragalo più corto, deaddotto e pronato che tende quindi a sublusare) avremo un quadro di piede cavo valgo, (falso piede piatto dalla Scuola Francese).

Rimanendo nel modello biomeccanico, altra necessaria e fondamentale riflessione è quella che ci porta a evidenziare che posturalmente il valgo accorcia funzionalmente l'arto inferiore.

Dal lato del minor avvolgimento astragalo-calcanare, dal lato della catena programmata in chiusura, l'arto sarà funzionalmente più corto.

Per quanto concerne il modello neurofisiologico è importante non sottovalutare l'aspetto cibernetico del recettore podalico.

Il piede completa la sua morfologia, acquisita nel corso del suo sviluppo individuale, sulla scorta delle scelte evolutive della specie, grazie anche alle informazioni che riceve dall' ambiente.

Se noi vogliamo introdurre un informazione nella calzatura di un bambino per direzionare la sua ontomorfogenesi, bisogna che questa stia all' interno della banda di frequenza dei ricettori podalici: fusi neuromuscolari, ricettori cutanei ed articolari. In particolare i fusi neuromuscolari presentano due gamme di sensibilità; quando l'allungamento muscolare è consistente, nell' ordine di qualche millimetro, la loro sensibilità è relativamente bassa nel ordine da 3 a 10 influssi al secondo e al millimetro; al contrario, nel momento in cui l'allungamento muscolare è debole, inferiore a 0,1 millimetro, la sensibilità è nettamente più forte, nell'ordine di 100 influssi al secondo e al millimetro (Mattheus & Stein, 1969). Il sistema tonico posturale gioca un ruolo in questa ultima gamma di sensibilità fine.

La loro soglia di attivazione è di 3 gr per le fibre I e di 15 gr per le fibre II (Hunt).

Questa fisiologia dei fusi neuromuscolarici fa capire perchè gli elementi propriocettivi collocati sotto la pianta del piede sono di spessore molto modesto, da 1 a 3 mm, la loro finalitè non è quella di sostenere il piede o correggere la morfologia (piatto,cavo,varo,valgo,...) ma quella di stimolare le catene muscolari ipoprogrammate , con un effetto ascendente che dal piede arriva fino al cranio coinvolgendo l'intero apparato locomotore. Questi effetti sono ben documentabili a livello clinico e stabilometrico. Da non dimenticare, infine, il problema principale della programmazione centrale.

È noto che l'attività esercitata dal sistema gamma ha un significato generale oltre quello del ruolo svolto nei circuiti riflessi spinali. Un certo numero di vie discendenti, che si originano a livello dell'encefaleo e delle regioni superiori del midollo spinale, esercitano un controllo sia eccitatorio sia inibitorio sui motoneuroni gamma. In questo modo, molti sistemi superiori di controllo possono influenzare la tensione muscolare, senza modificare direttamente lo stato di contrazione delle fibre muscolari extrafusali. Un aumento o una diminuzione del grado di contrazione delle fibre muscolari intrafusali altera corrispondentemente il grado dell'attività delle fibre afferenti dai fusi e , di conseguenza, la probabilità che le fibre muscolari extrafusali rispondono a questi segnali. Questa azione è abbastanza indipendente dallo stato di contrazione delle fibre muscolari extrafusali.

Pertanto, il sistema nervoso centrale è in grado di controllare la sensibilità dei fusi neuromuscolari attraverso i motoneuroni gamma.

A livello del piede, sia il piattismo che il cavismo possono essere riconducibili ad un difetto di "taratura" del gamma motoneurone, ovvero ad una demodulazione a livello centrale.

Tenendo presente che il gamma motoneutrone adatta il tono del fuso alle richieste ambientali, possiamo dire che il piede cavo ha difficoltà a rilasciarsi, e il piede piatto ha difficoltà a irrigidirsi.

Di conseguenza, le anomalie strutturali del piede non solo rendendo precaria la risposta motoria (l'avvolgimento dell' elica) ma sono anche ragione di ostacolo alla ricezione corretta della stimolazione ambientale. La ricettività dei ricettori gravitari, presentati in gran numero nei muscoli e nelle formazioni articolari e aponeurotiche del piede, risulta alterata essendo anomali la disposizione e la condizione circolatoria dei tessuti che li ospitano i legamenti (legamento deltoideo,legamento calcaneo-scalfoideo plantare, legamento interoseo ecc.) e le formazioni muscolo-tendinee ( nel piede piatto o vero nel difetto di avvolgimento dell' elica podalica, in particolare, il tibale posteriore, il flessore lungo dell'alluce e il flessore lungo delle dita, essendo strutture che controllano la pronazione, in fatti, sono sollecitati da tensioni abnormi. Come conseguenza di ciò, il circuito di controllo della gravita risulta almeno parzialmente occluso.

Risulta chiaro che un appoggio non corretto può far sentire le conseguenze a caviglia, ginocchio,anca,tutta colonna vertebrale,fino a interessare il posizionamento del cranio e quindi il apparato occlusale (stomatognatico).

Normalizzando la recezione dell' informazione ambientale ne risulterà potenziata la integrazione informativa genetico-ambientale favorendo così l'iter evolutivo.

È evidente la fondamentale importanza della posturologia e di plantari, calzature e pavimenti ergonomici quale supporti idonei a prevenire, correggere e arrestare le anomalie dell'appoggio plantare e quindi posturali.